Ormai siamo nel pieno dell'estate. C'è chi è già partito e chi è già tornato. C'è chi boccheggia ancora in città e sta ancora decidendo il da farsi.
La nostra bellissima Italia non ha che l'imbarazzo della scelta nell'offerta turistica di mare e montagna ma di certo, uno dei luoghi più gettonati è la Sardegna.
Non la conosco, non ci sono mai stata e l'ho solo vista dalla Corsica, davanti a me, con la promessa di andarci un giorno.
Mi incuriosisce, questo è certo. Parlo delle mille sfumature, delle mille storie che mi può raccontare, dei luoghi nascosti e lontani dal jet set.
Parlo degli occhi delle famiglie sarde e delle distese naturali che si affacciano su un mare cristallino.
Penso soprattutto alla cucina sarda: al formaggio di capra, ai gnocchetti e a quantità imbarazzanti di pescato, al pane guttiau e a tutto ciò che racconta le famiglie di quel luogo.
Ma il mezzo a tutta questa semplicità ho trovato una bella scoperta: Il Camping Village Tiliguerta a Capo Ferrato.
Il Tiliguerta si trova nel Sud Est della Sardegna, affacciato sulla splendida spiaggia di Costa Rei, una delle più belle spiagge del mondo e a pochi kilometri da paesi come Muravera, Villasimius, Castiadas, Villaputzu e San Vito.
Il campeggio, immerso in un bosco di eucalipti e pini, offre bungalow, piazzole e suite, permette di soggiornare in completo relax ma trova distrazioni e intrettenimento grazie all'animazione e alle scuole di diving e vela, alla spa e alla zona fitness. Per gli amici a quattro zampe propone persino una dog beach, cosa non così scontata.
Ma, essendo un foodblog, a noi cosa intriga?!?! IL MENU' DEL RISTORANTE!!
Ed ecco la bella sorpresa. Non solo il ristorante utilizza prodotti a km 0, quindi coltivati in loco, e ti intriga con la cucina sarda affiancata a quella internazionale. Propone altresì un menù dedicato a celiaci e vegetariani e uno per vegani che prevede il muscolo di grano.
Io, da buona carnivora, ignoravo l'esistenza del seitan fino a pochi mesi fa, figuriamoci una cosa che, nel mio mondo ha il nome di una cozza vegetariana. Quindi ho fatto i compiti e sono andata a vedere cos'è questo muscolo di grano.
Andando sul sito dedicato a questo prodotto scopro questo:
" il suo impasto e' a base di farina di frumento, farina di legumi o di soia, acqua e olio con l’aggiunta di spezie. Ma è possibile - viene da chiedersi - che da un impasto di farine nascano alimenti simili alla carne per aspetto, consistenza e gusto? Per quanto possa sembrare strano è proprio così.
Sulla bistecchiera, la fettina di muscolo di grano è praticamente uguale a quella tradizionale. Certo inizialmente, durante la cottura, il colore non è il rosso tipico della carne al sangue, ma un giallo opaco. Messa nel piatto, però, ha le sembianze della classica bistecca. Ciò che l’occhio non vede, non sfugge comunque all’olfatto e al palato. Qui si entra nel campo dei giudizi soggettivi.
L’odore richiama leggermente quello del pane appena uscito dal forno. Al primo boccone si ha la sensazione di assaggiare qualcosa dal sapore molto simile a quello del fegato o carne miscelata a funghi, con un retrogusto particolare, dato anche dal peperoncino di cui si scorgono i pezzetti. Colpisce la consistenza: il prodotto non è per nulla gommoso, anche se il taglio con il coltello rivela una morbidezza che per forza di cose è maggiore rispetto a quella di una bistecca."
Insomma, un applauso a questo villaggio che pensa davvero a tutto, nei minimi dettagli e riesce a convincere anche me, carnivora convinta, che forse, una sera, uno strappo alla regola lo posso fare. Non per diventare portabandiera del Meat Free Monday, ma semplicemente perchè se un'alternativa alla carne c'è, ed è buona, vale davvero la pena provarla,
E voi? Verso quali menù siete diretti.
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