venerdì 6 dicembre 2013

Dicembre non esiste. Esiste il mese di Natale.

Siamo sinceri. I mesi come ce li hanno sempre raccontati sono sbagliati. Perché dopo Novembre non c'è Dicembre, c'è Natale. Questo che è iniziato da pochi giorni è il mese di Natale. E si è presentato nel migliore dei modi, almeno per me.
Una bella nevicata che ha reso tutto soffice e silenzioso ma che subito ha lasciato il posto a un sole che rende le temperature polari più sopportabili.
Tutto questo insieme di cose mi ha fatto entrare nel giusto mood dicembrino.
E sono felice, carica di sentimenti buoni, idee golose e desiderosa di iniziare fin da ora a rendere la mia casa il nido per gli ospiti che si avvicenderanno durante le feste.
Perché ogni anno arrivo al 23 dicembre a cottimo, sia per i regali che per gli addobbi. Quest'anno invece ho sfruttato l'Artigiano in Fiera e ho iniziato la saga del regalo di Natale, sto già pianificando l'apertura dell'albero natalizio, la cernita delle palline in possesso e la gita per l'acquisto delle nuove (in ghisa a prova di gatto), l'acquisto di plaid e coperte morbide e coccolose, la selezione dei libri per le vacanze, il planning per il kit da montagna che nel mio armadio è pressoché inesistente e che ha l'imperativo categorico di dovermi tener caldo come se dovessi andare in Lapponia invece che in SudTirol.
Ma più di tutto ciò sopracitato, Natale è il mese dei biscotti: al cioccolato e peperoncino, alla cannella, allo zenzero e chiodi di garofano, a forma di albero, ghirlanda, omino focaccina, cane, gatto e mammut.
Poco importa.
Il must have è accendere il forno, mettere su una musica che pulisce la mente da tutto e la rende vergine contenitore di pensieri nuovi e vellutati, pesare gli ingredienti, aggiungere il burro e iniziare a impastare come un piccolo rito sacro.
E lasciare che le mani affondino nella frolla, permettere al profumo di cannella di arrivare dritto al cuore e poi lasciarlo correre per tutta la casa.
Attendere che la pasta riposi e il forno arrivi in temperatura, dolcemente accoccolata sul divano con un gatto sornione (se sono fortunata anche due).
E poi infornare sorridente come una perfetta padrona di casa anni 50, con il grembiulino e il maglione a collo alto.
E sfornare.
E infornare di nuovo.
E poi, finalmente, mangiare il frutto di un pomeriggio rilassante come una giornata alle terme.
Oggi la mia casa profuma di cioccolato e peperoncino. E ricordi, soprattutto.

Nessun commento:

Posta un commento