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Quando la mise en place è un'opinione. |
Questa è la vetrina di un negozio che mi è apparsa davanti agli occhi di recente. Non è la prima volta che mi imbatto in tavole male apparecchiate e, come mi è stato detto, probabilmente sono l'unica ad accorgersene.
Spero vivamente di no!
Non tanto per quella che è una passione più o meno condivisibile ma perché si sta parlando di un'apparecchiatura basilare, una di quelle che dovrebbe apparire ad ogni pasto sulle nostre tavole.
Piatto piano, piatto fondo, forchetta, coltello e bicchieri. Punto. Semplice. E invece ci si riesce a confondere ancora.
Che sia pressapochismo?
Di certo, la conoscenza di regole base di mise en place dovrebbe essere imprescindibile quando si gestisce un negozio di arredamento. Mi è capitato infatti di sistemare personalmente (perchè giuro mi urtano un sacco) le posate da Zara Home e di sgranare gli occhi davanti a un negozio di argenteria e articoli per la casa di Bologna che proponeva una tavola da sogno -o da incubo?- con tanto di salsiera, piattino per il pane e burriera in argento ma con tutta la posateria sbagliata.
Rimango sempre basita perché, a mio avviso, apparecchiare una tavola è come vestirsi, scegliendo l'abito migliore per l'occasione, abbinandolo agli accessori e al trucco. Non credo ci farebbe piacere optare per una collana pacchiana o abbinare colori che sono un pugno in un occhio. Tanto meno metteremmo le calze sopra le scarpe. Per l'apparecchiatura di una tavola le regole sono esattamente le stesse: semplicità, ordine e pochi passi da seguire.
E' un piacere personale ma appaga certamente l'occhio di chi si siede a tavola. E' un gesto d'amore come la preparazione del pasto stesso. E poi, rimanendo sul piano pratico, è la tavolozza che accoglierà le nostre creazioni e deve essere adeguata. Conoscendo poi i vincoli, potremo liberarcene sapendo quali paletti evitare in nome della creatività.
Affronteremo quindi una mise en place da tutti i giorni, con gli elementi base e tralasceremo quella dedicata alla colazione o a una cena formale (almeno in questa "lezione")
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Schema base di mise en place. |
Ecco lo schema di una mise en place formale che possiamo alleggerire ulteriormente per le nostre occasioni quotidiane. Le tavole nei secoli si sono semplificate e concedono oggigiorno molta più libertà.
Innanzitutto bisogna delineare il posto dedicato ad ogni ospite.
Se si opta per una tovaglia saranno i piatti stessi a delimitare la seduta. Altrimenti perfette sono le tovagliette americane o i runner, rimedio moderno infallibile per una tavola leggera ma curata. In ogni caso io amo mettere subito il piatto piano e quello fondo in modo da avere un placè delineato.
Il tovagliolo va alla sinistra del piatto. Nel caso in cui il posto tra un commensale e l'altro fosse limitato, potremo appoggiarlo sul piatto (potrà fare anche da base a un segnaposto personalizzato).
A sinistra, tra il tovagliolo e il piatto prende posto la forchetta. Potete apparecchiare con due forchette oppure una sola e cambiarla ad ogni portata (ormai la lavastoviglie è una fedele alleata nell'eleganza dei piccoli dettagli).
Alla destra del piatto, troviamo il coltello (con la lama rivolta verso il piatto) e, se serve, il cucchiaio.
All'altezza del coltello, i bicchieri. Quello dell'acqua e quello del vino sono più che sufficienti sulla tavola di tutti i giorni. Sopra il coltello troverà posto il bicchiere dell'acqua e alla sua destra quello del vino.
Eviterei le posate da dolce. Ho l'abitudine di portarle nel momento stesso in cui servo il dessert o la frutta ma se desiderate averle già a disposizione, dovrete metterle sopra il piatto.
Il pane avrà la sua location nel cestino apposito, liberandovi del piattino dedicato.
Per farla facile, basta pensare a quale mano si utilizza per prendere la posata che serve. E tutto avrà il suo posto nella mise en place. L'ospite partirà sempre dall'esterno (anche perchè sarebbe scomodo partire dalla posata vicino al piatto) nella scelta della posata giusta e poserà il tovagliolo solo alla fine del pasto, lasciandolo "spiegato" sulla sinistra.
Semplice no? Per tutto il resto vi rimando a Pretty Woman e alle lezioni meravigliose di Richard Gere!! Anche sulla pinza per le stronze lumachine.